White Lodge (AUS)

White Lodge 

 

“White Lodge” 

 

White Lodge (CD)

 

Debut sonic assault from Australian Garage-Punk slaves, 11 tracks of howling, fuzz driven, echo-drenched psycosis. Recorded in stereo.

Così è scritto sulla copertina del primo album autoprodotto dei White Lodge e così viene definito l’immediato ascolto di questo assalto sonoro. Originari di Gold Coast, città australiana nota per spiagge e canali, risentono dell’influenza surf che trabocca nei loro pezzi, White Lodge 7un’amalgama di riverberi paranoici, spazzolati da fuzz iperdistorti sino alla cintola di Bryan Gregory. Non solo, liquido organico rintracciabile in Husker Du, Dinosaur Jr, Sonic Youth e, ovviamente, i probi di Brisbane che tracciarono la via, The Saints. Il sangue punk fluisce alimentato da dinamo garage, i pavimenti delle stanze da letto, pieni di spazzatura, vibrano al suono imbrattato da sfilacciate, meledette, deformazioni nervose.

Due cover essenziali: ‘California Sun’ di Joe Jones, resa celeberrima dai Rivieras, quasi lo stesso impatto dei Ramones, senza l’emozionalità one-two-three-four ma con l’urlo sfacciato e demente, e ‘Outcast’ di Eddie and Ernie (grande la versione degli Animals) che serpeggia in una cantina ammuffita ricolma di passione sixties.

White Lodge 1Le canzoni scorrono come un logoro razor-blade che sfregia guanciali di pelle nera. Le adorabili ‘Desert Roses’, refrain animale su fuzz vicini a Psychedelic Jungle, ‘Evil Dares’, avant-Germs e furia ardente, ‘Sister In The Dunes’, intensa conformazione beach-dark con finale struggente appeso al fiato di una tromba 2 Tone (!)

Melodismo ossessivo, ferocia scarna, retrogusto epigrafico e incendiario.

 

Sandro Priarone