Jody Seabody & The Whirls (US)

Jody Seabody & The Whirls

 

“Holographic Slammer”

 

Artificial Head Records (LP)

 

Brillante fusione del significato più profondo e vero di un’era, un’aggregazione tra simboli di anime variegate. Legami multipli ed essenze ri-distillate. Fuori dal controllo sonico inizia il precipitare di una massa inebriante che penetra ogni angolo di creatività: rock psichedelico, classico, spruzzate folk e pungenti lame stoner. Neoimpressionismo in irregolari frammenti lo-fi. jodyband

Jody Seabody & The Whirls, ragazzi di Houston che si specchiano nel patrimonio acido di scatole e sussurri garage, si muovono dopo gli esordi digitali e il primo album “Summer Us”, in continue esplorazioni, ubriacati da ricordi che stordiscono piacevolmente producendo uno stato di esaltazione carnale. Le anime che plasmano “Holographic Slammer” sono preziose. Nel dinamismo tagliente e acuto si alzano folate di “Out Here” o “Forever Changes” dei Love, vorticando tra menti culturalmente evolute dal refolo caldo dei due chitarristi Dave Merriett e Bryce Perkins.

posterQuasi si muovesse uno strato organico, propagato da continui arricchimenti tradizionali, irrompono momenti contaminati che approdano a tensioni potenti. L’irreverente ‘Two Atmosphere’ o ‘Rake One’ raccolgono trasognate delizie BJM e sacrificano la dimensione acustica in concetti complessi, esercitati nella sfolgorante ‘Grassman’ dove convivono le alchimie più evidenti. Affinità prog tra scatti hard, annodati da un assolo floydiano di rara bellezza. E pure ‘Battle’ assorbe le stesse infezioni similari pur concentrando una sintesi elettrica che deflagra in ‘Summery Zen’, scuoiata da magie stile Abraxas e ‘You Always Come in Twos’, gioiello spiritato in fuzz urticanti. Quando la mente si immerge in solchi delineati il clima cambia, spolpando ossa e tendini e arroventando ‘Charlemagne Part 1 & 2’. Punk grigiastro che sfonda nell’hardcore, polveri di primi UK Subs. Stessa traccia furiosa ‘Fucked Up Adventurous’  innestata e conclusa da rovesci heavy prog, confermando l’atteggiamento flessibile della band.0000471733_100

Sublime la veste grafica creata dalla leggendaria Marijke Koger-Dunham, il Texas attraverso un fluoroscopio, immerso da ancestralità mitologiche, floride sinfonie, desuetudine contrastata da fuzz e sgargianti distorsioni.

Eufonia gocciolata in ogni nota.

Sandro Priarone