Dreamtime (AUS)

Dreamtime

 

“Dreamtime” 

 

“Sun”

 

Conquest of Noise Records

 

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Una riscoperta preziosa che assume il più ampio spettro di creatività. Conquest of Noise Records (via Captcha Records / Cardinal Fuzz) evoca e pubblica, nuovamente, i primi due lavori dei Dreamtime, una band australiana di Brisbane, una realtà underground incline allo psych pesante e consegnata a tormenti acidi, densi, ossuti, medianicamente infervorati da ipnotiche afflizioni e lysergic-vibrations. Per chi adora le contaminazioni vitali e rispolvera idoli devoti a elisir policromatici, queste opere sono preziosità di intensa bellezza, generate da radiazioni profonde.

Il primo album, realizzato su vinile in Australia nel 2011, esplode delizie distruttive. Il cambiamento di segno della variabile temporale viene mescolato a fragorose emozioni di perturbata potenza. Collocandosi, tra le varie ispirazioni, in un tunnel cosmico, con le memorie di Ash Ra Temple, Stray, Amon Duul, Iron Butterfly, 13th Floor Elevators, il disco predica esalazioni ammorbatrici sondando ninnoli elettrici attraversati da un muro dreamtime2di angoscia.

‘Bermuda’ rovista amplificazioni garage con strutture Blue Cheer, inietta germi che moltiplicano rumori incomprimibili, sfociati nella tetra ‘Slag’. Perpetue distorsioni incensano metallo corroso. La supplica vociante introduce settori stupefacenti fino all’immissione di ‘Gympie’, attanagliata da freak-out armonico e digressioni jam su fuzz lancinante. Collapsed echo e luce esangue. Riverberi e tuoni percussivi, misteriosi, criptici magnetismi deteriorati da cavalcate spigolose, interposizione austera in lunghi assorbimenti psych-doom, qui nascono e spirano le seducenti ‘Robe’ e ‘Eve pt.1 and 2’. E così descrivono questo trip-free-form il cui seguito appartiene ad un futuro già scritto.

Per tutti coloro che bramano palpiti visionari o la dilatazione di equazioni elettro-chimiche, il nuovo capitolo si intensifica nel secondo album dei Dreamtime, “Sun” (2013), dove il viaggio approda all’intermittenza di mantra orientali e conoscenze allucinate. Una sequenza dove lo spirito individuale trova risposta al senso del proprio essere e nella contemplazione con la realtà del divino, dove il desiderio presenta una dimensione sfuggente, complessa da definire e misurare. A tradreamtime5tti, l’andamento musicale, cattura una sperimentazione che trova linfa da concetti naturali, siano essi organici o di origine matematica, in cui, ovviamente, affiora un’immaginazione sognante. Il suono, registrato da George Bennett, fonde l’accento analogico con la precisione asettica della tecnologia digitale. ‘Center Of Mind’, una mistura stilistico-moderata alla Electric Prunes, parte dal terreno per innalzare un rituale occulto e dalle note dissonanti. ‘Baphomet’ incarna il culmine del processo alchemico, l’unione di forze opposte per creare luce astrale, la base della magia e, infine, l’illuminazione. Energia pura sfocia tra la rarefazione. ‘The Road’ impone il canto femminile di Cat Maddin sciogliendo la tendenza meditativa, sempre più introdotta, nella flessuosa ‘Equivalence’, tra punteggiature intrise di raffinatezze Floydiane e il mood tastieristico di John Paul Jones polistrumentista.

La title-track concede cadenze temerarie, rock-blues crepuscolare, improvvisazioni senza perimetro, con le frequenti divagazioni chitarristico-alterate di Zac Anderson e uno sfrontato ridimensionamento del dreamtime4ritmo per favorire la tensione. Sorprende ‘Brujeria’, gioiello stralunato da filamenti mediterranei e mediorientali. Un bagliore espresso in reagenti simultanei, contaminato da ammalianti correnti foniche. I tredici minuti finali deflagrano nel decollo di ‘Art Of Invisibility’, una vena di sangue Doorsiano prelevato dai globuli Velvet, un sonno agitato, forme d’onda concentrica che propagano attraverso il corpo, drone synth for oriented music. Il segnale viene dalla grafica di Sun, degnamente illustrata dall’artista californiano Meg Adamson, flora e fauna in rilievo sul potere serpentino, un’epica rapita come il compromesso, riuscito, fra astrazione assordante e componente eccentrico-melodica.

Sandro Priarone