Kikagaku Moyo
“Live at Levitation”
The Reverberation Appreciation Society (LP)
Ryley Walker + Kikagaku Moyo
”Deep Fried Grandeur”
Husky Pants Records (LP)
Il distanziamento dai palchi nel persistere della pandemia ha spinto molti musicisti ed etichette a pubblicare registrazioni di concerti. Una fioritura gradita che colma in parte la mancanza di quel magico incontro tra artisti e noi appassionati grazie al fertile terreno resiliente del mondo creativo. Una dimensione che lungo gli anni 2010 ha nutrito anche l’esperienza dei cosmic travellers giapponesi Kikagaku Moyo e del geniale poliedrico chitarrista cantautore di Chicago Ryley Walker, sia come fonte ispirativa per i loro splendidi album in studio che di esperienze e 
relazioni nel corso di innumerevoli tour (Italia inclusa).
Chi non ha avuto la fortuna di vederli può sempre attingere al cospicuo archivio video di YouTube ma ciò che offrono questi due album live è unico. Gemme di splendore audiofilo arricchite da un sapiente mastering, consegnate alla fisicità vinilica per la gioia dell’ascolto e molto probabilmente anche per quella di chi c’era e non l’ha dimenticato
L’evento annuale Levitation festival è il naturale proseguimento dell’Austin Psych Fest, dal 2008 uno dei primi dedicati alla psichedelia come espressione artistica rappresentativa di una comunità underground emergente ed innovativa. Organizzato dall’etichetta The Reverberation Appreciation Society, anche in significativa rappresentanza geografica che vede il Texas tra i luoghi di origine del 
rock psichedelico, diventa ora un progetto discografico raccolto nella serie “Live at Levitation” che affida il primo capitolo ai Kikagaku Moyo. “Suonare all’Austin Psych Fest / Levitation è sempre stato un obiettivo sin dai nostri primi giorni della band: unirci alla comunità psichedelica per un fine settimana di musica e presentare la nostra performance dal vivo. Lo spettacolo nel 2014 è stato un punto di riferimento per noi. Poi tornare anni dopo nel 2019 e trovare la stessa accoglienza, il sogno era ancora molto vivo”. In pratica la fase iniziale e quella più recente di un percorso evolutivo straordinario che il quintetto nipponico riesce a conferire dall’interno di frequenze libere centrate più sull’intuizione che sulla ragione, un’intensità tutta speciale nel pieno di magiche sintonie. Un suono aperto che elabora folk, jazz, rock nel cuore di una visione cosmica psichedelica.
Il concerto del 2014 è orientato dalle sonorità dei primi tre album con l’inedita apertura mistica di ‘Elevation Jam’, un’ascesa armonica che si sviluppa intorno agli arpeggi del sitar di Ryu Kurosawa e alle chitarre di Daoud 
Popal e Tomoyuki Katsurada. Un intensificarsi di elettricità eco-wah-riverberata nei groove profondi del basso di Kotsuguy e della batteria di Go Kurosawa. Qualcosa di simile all’immediatezza ‘free form’ del loro secondo album “Mammatus Clouds” (2014). Le suggestioni indo-jazz-fusion di ‘Tree Smoke’ ripercorrono i primi passi dell’omonimo esordio (2013) addensandosi successivamente nelle atmosfere di ‘Streets of Calcutta’ e ‘Smoke and Mirrors’, entrambi sul terzo album “Forest of Lost Children” (2014). Straordinaria performance oscillante tra sospensioni estatiche e sequenze travolgenti, 
andamenti che spesso caratterizzano il succedersi timbrico di Kikagaku Moyo arrivando ad un vertice creativo nel 2016 con “House in the Tall Grass”.
La rotazione del vinile sul lato B compie un salto temporale nel 2019 per assistere all’esecuzione di una porzione dell’ultimo album “Masana Temple” (2018). Il suono del gruppo confluisce in una corrente di rock elastico, tropicalista. Timbriche fluide di grande fisicità funk-blues accese da ‘Dripping Sun’ e dai riflessi afro beat sincopati di ‘Gatherings’. Le tastiere danzano in un brillamento solare di chitarre che dal vivo ribadiscono lo splendore di un viaggio tra i suoni del mondo dove anche gli elementi di musica tradizionale giapponese nella conclusiva ‘Nazo Nazo’, comunicano sensazioni di meraviglie.
Il secondo album live si compie nel Novembre 2018 in Olanda nel contesto del festival Le Guess Who? di Utrecht e testimonia l’incontro tra Kikagaku Moyo e Ryley 
Walker, un’altra straordinaria rivelazione degli anni 2010 e un amore comune per il folk e la sperimentazione. Da queste coordinate Ryley Walker sviluppa una discografia fatta di suoni acustici ed elettrici, di emozioni che vibrano tra le corde della sua chitarra e della sua voce lungo due percorsi paralleli: i lavori realizzati insieme alla sua band da “All Kinds of You” (2014) a “Deafman Glance” (2018) e quelli più sperimentali centrati sull’improvvisazione e spesso realizzati con altri chitarristi come Bill MacKey, Daniel Bachman e Kendra Amalie. Echi di folk progressivo, di John Martyn, Nick Drake, John Fahey, american primitive guitar, free jazz, drone music. Il passo più recente di questa avventura è la fondazione dell’etichetta Husky Pants Records, laboratorio di idee la cui ultima pubblicazione è proprio “Deep Fried Grandeur”, questo album live con i Kikagaku Moyo, illustrato dalla splendida copertina di Lily McNeil.
“Abbiamo suonato insieme al Le Guess Who? Festival di Utrecht, Olanda nel 2018. Gli organizzatori mi chiesero di trovare 
un’altra band al festival con cui collaborare per una performance unica. Fui immediatamente attratto da Kikagaku Moyo. Condividiamo simili evoluzioni chitarristiche e improvvisazione quando suoniamo dal vivo. Sembrava la cosa più divertente e naturale da fare. Ero nel bel mezzo di un tour europeo e avevo la mia band di supporto al completo”. Un ensemble di 9 musicisti composto da Ryley Walker (guitar), Brian Sulpizio (guitar), Frank Rosaly (drums), Andrew Scott Young (bass) e i Kikagaku Moyo. Insieme creano qualcosa nell’attimo, occasione unica per inventare e realizzare la musica in una sola azione e nello stesso momento. Una realtà che nasce dal suo stesso svolgersi come un sistema vivente che si rinnova in permanenza. Il concerto è una lunga jam in due parti e manda in estasi l’ascolto, una fuga dalla dimensione temporale per contemplare la magnificenza del suono. Come se la musica, idealmente, non dovesse mai interrompersi.
‘Pour Dampness Down In The Stream’ appare quasi dal nulla e poi gradualmente, come in un respiro calmo, il volume e il 
ritmo aumentano, emergono spazi che uniscono le ‘Dark Star’ gratefuldead-westcoastiane alle echoguitar-kosmische. Un denso, deciso flusso chitarristico che cerca, si colora, che ti guida con dolcezza su un’idea di calore, di comunione e di quiete naturale che traspare come un ecosistema evocato nel titolo. Suoni che si espandono come filo conduttore della vita dove musicisti e pubblico sono una comunità che inventa insieme il concerto. ‘Shrinks The Day’ intensifica in un crescendo di corde oscillanti ed essenze orientali per sfumare in un gioco tintinnante e riprendere il volo in un decollo space rock di trance chitarristica spinta da un motorik travolgente fino all’istante in cui anche l’ultimo suono svanisce dove tutto evolve verso un nuovo inizio.
English translation…
Kikagaku Moyo “Live at Levitation” The Reverberation Appreciation Society (LP)
Ryley Walker + Kikagaku Moyo ”Deep Fried Grandeur” Husky Pants Records (LP)
The almost total absence of live events in the persistence of the pandemic has prompted many musicians and labels to publish concert recordings. A welcome flowering that partially fills the lack of that magical encounter between artists and us music lovers thanks to the fertile resilient soil of the creative community. A dimension that throughout the 2010s also nourished the path of the Japanese cosmic travellers Kikagaku Moyo and the genious versatile Chicago singer-songwriter guitarist Ryley Walker, source of inspiration, experiences and relationships in the course of their countless tours (Italy included).
Those who have not been lucky enough to see them can always catch their exciting live performances via the YouTube but what these two live albums offer is unique. Gems of audiophile splendor enriched by skilful mastering, delivered to vinyl physicality for the joy of listening and most likely also for that of those who were there and have not forgotten it.
The annual Levitation festival event is the natural continuation of the Austin Psych Fest, one of the first dedicated to psychedelia as an artistic expression of an emerging and innovative underground community since 2008. Organized by The Reverberation Appreciation Society label, also in significant geographical representation that sees Texas among the places of origin of psychedelic rock, it now becomes a recording project collected in the ‘Live at Levitation’ series which entrusts the first chapter to Kikagaku Moyo. “Playing Austin Psych Fest / Levitation was always a goal from our earliest days of the band – to join the psychedelic community for a weekend of music and present our live performance. This show in 2014 was a landmark for us. To return years later in 2019 and find the same welcome, the dream was still very much alive and well”. Basically the initial and more recent phase of an extraordinary evolutionary path that the Japanese quintet manages to confer from within free frequencies centered more on intuition than on reason, a very special intensity in the midst of a magical harmony. An open sound that elaborates folk, jazz, rock in the heart of a psychedelic cosmic vision.
The 2014 concert is oriented by the sounds of the first three albums with the unprecedented mystical opening of ‘Elevation Jam’, a harmonic ascent that develops around the arpeggios of the sitar of Ryu Kurosawa and the guitars of Daoud Popal and Tomoyuki Katsurada. An intensification of echo-wah-reverberated electricity in the deep grooves of Kotsuguy’s bass and Go Kurosawa’s drums. Something similar to the ‘free form’ immediacy of their second album “Mammatus Clouds” (2014). The Indo-jazz-fusion suggestions of ‘Tree Smoke’ retrace the first steps of the homonymous debut (2013) subsequently thickening in the atmosphere of ‘Streets of Calcutta’ and ‘Smoke and Mirrors’, both on the third album “Forest of Lost Children” (2014). Extraordinary performance oscillating between ecstatic suspensions and overwhelming sequences, trends that often characterize Kikagaku Moyo’s timbral succession, reaching a creative summit in 2016 with “House in the Tall Grass”.
The B side of the vinyl makes a time jump in 2019 to witness the execution of a substantial portion of the latest album “Masana Temple” (2018). The group’s sound flows into an elastic, tropicalist rock current. Fluid timbres of great funk-blues physicality lit by ‘Dripping Sun’ and by the syncopated afro beat reflections of ‘Gatherings’. The keyboards dance in a solar flare of guitars that reaffirm the splendor of a journey through the sounds of the world where even the elements of traditional Japanese music in the final ‘Nazo Nazo’, communicate sensations of wonders.
The second live album takes place in the Netherlands, November 2018, in the context of the festival Le Guess Who? of Utrecht and testifies the meeting between Kikagaku Moyo and Ryley Walker, another extraordinary revelation of the 2010s and a common love for folk and experimentation. From these coordinates Ryley Walker develops a discography made of electric and acoustic sounds, of emotions that vibrate between the strings of his guitar and his voice along two parallel paths: the works made together with his band from “All Kinds of You” (2014) to “Deafman Glance” (2018) and the more experimental ones centered on improvisation and often made with other guitarists such as Bill McKey, Daniel Bachman and Kendra Amalie. Echoes of progressive folk, John Martyn, Nick Drake, John Fahey, american primitive guitar, free jazz, drone music. The most recent step in this adventure is the founding of the Husky Pants Records label, a laboratory of ideas whose latest release is “Deep Fried Grandeur”, this live album with Kikagaku Moyo, illustrated by the splendid cover of Lily McNeil.
“So, the group game together at Le Guess Who? Festival in Utrecht, Netherlands in 2018. I was asked by the organizers to find another group on the festival to collaborate with for a one off performance. I was immediately drawn to Kikagaku Moyo. We share similar guitar scuzz and riff heavy improvising when playing live. Seemed like the most fun and natural thing to do. I was in the middle of a european tour, so had my full backing band”. An ensemble of 9 musicians consisting of Ryley Walker (guitar), Brian Sulpizio (guitar), Frank Rosaly (drums), Andrew Scott Young (bass) and Kikagaku Moyo. Together they create something in the moment, a unique opportunity to invent and play music in a single action and at the same time. A reality which arises from its own unfolding as a living system that is constantly renewed. The concert is a long jam in two parts that sends the listening into ecstasy, an escape from the temporal dimension to contemplate the magnificence of the sound. As if the music, ideally, should never stop.
‘Pour Dampness Down In The Stream’ appears almost out of nowhere and then gradually, as in a calm breath, the volume and rhythm increase, spaces emerge that unite the gratefuldead-westcoastian ‘Dark Star’ with the kosmische echoguitars. A dense e decisive guitar flow that seeks, that paints, which guides you gently on an idea of warmth, communion and natural quiet that shines through as an ecosystem evoked in the title. Sounds that expand as a common thread of life where musicians and the audience are a community that invents the concert together. ‘Shrinks The Day’ intensifies into a crescendo of oscillating chords and oriental essences to fade into a tinkling game and resume flight again in a space rock takeoff of guitar trance pushed by an overwhelming motorik until the instant in which even the last sound fades where everything evolves towards a new beginning.